sabato 6 dicembre 2014

[STORIE] Il Sesto Senso - Storia di un fantasma e delle sue manie di persecuzione



Ci ritroviamo in questo immenso maniero, dalle torri a punta e con un grande portone in legno.

L'aria intorno a noi odora di morte.
La casa sembra abbandonata; il nuovo proprietario ha incaricato noi sensitivi per scacciare definitivamente l'entità invisibile che infesta la proprietà.
Sono più di 100 anni che questo fantasma non fa fare sogni tranquilli a chiunque passi la notte in queste stanze buie e muffite. La leggenda narra che il vecchio proprietario di questo edificio sia stato ingiustamente giustiziato per un crimine che non ha mai commesso. Non rassegnandosi a questa ingiustizia, ha deciso di vagare fra gli stretti corridoi, fino al giorno in cui qualcuno non scoprirà il vero colpevole e lui avrà avuto la sua vendetta.

Sperando di calmare l'ira del fantasma, noi 6 sensitivi decidiamo di trascorrere una settimana chiusi tra queste mura antiche, giorno e notte. Avremo solo una settimana perché, senza luce e acqua corrente, non potremo lavarci e quando la puzza sale, è difficile convivere con altre 5 persone per più di 7 giorni.
La mattina del primo giorno la trascorriamo a preparare un programma di lavoro e a litigare per la scelta delle stanze migliori.
Abbiamo estratto le lettere che ci ha inviato il nuovo proprietario con l'indirizzo e la foto della casa. La cosa che notiamo tutti è che l'immagine in foto sembra essere diversa dalla casa che ci troviamo di fronte. Pensiamo che il nostro datore di lavoro sia un ubriacone e passiamo oltre.
Durante la prima notte trascorsa alla villa, strani sogni ci assalgono. Immagini oniriche, bellissime e inquietanti, riempiono le nostre menti. Case volanti, persone dalle forme mezze umane e mezze animali; oggetti che potrebbero indicare se stessi o suggerire tutt'altro. Le nostre menti sono confuse e al mattino nessuno ha voglia di parlare. Al buongiorno di Hoplomus gli altri rispondono con sguardi torvi, gli occhi circondati da aloni viola. Quando ci siamo ripresi ci mettiamo tutti intorno ad un tavolino rotondo, con le nostre sfere di cristallo davanti a noi. In realtà le sfere di cristallo le abbiamo lasciate a casa, per paura che gli altri sensitivi potessero rubarcele. In sostituzione abbiamo portato quelle tascabili di plastica, che comunque fanno la loro bella figura.
Riuniti intorno al tavolo ci descriviamo i sogni fatti da ognuno, partendo dallo scoprire gli oggetti, a noi sconosciuti, che ci sono stati assegnati casualmente e che solo il fantasma conosce. Ad ogni sensitivo è infatti assegnata una tripletta di obiettivi da scoprire: uno contiene un oggetto, un altro il luogo e l'ultimo un personaggio. Ogni tripletta rappresenta uno dei sospettati del crimine e tocca a noi scoprire chi tra questi è l'assassino. Mettiamo in tavola i nostri sogni e insieme cerchiamo di capire cosa il fantasma ha voluto dire ad ognuno di noi. Io racconto di aver ricevuto come immagine una casa fluttuante e in basso un teschio di un animale. Insieme arriviamo a decidere che il fantasma vorrebbe indicare il passare del tempo e quindi che l'oggetto a me assegnato è l'orologio!

Proseguiamo allo stesso modo con tutti e alla fine del giorno abbiamo scoperto tutti gli oggetti tranne uno. Guardiamo storto sia il sensitivo sia il fantasma (anche se non sappiamo precisamente dove sia in questo momento).
Ritorniamo a dormire, sperando che il giorno dopo riusciremo a scoprire l'oggetto rimanente e poter passare così a scoprire in quale luogo si trovavano i sospettati.
La notte scorre tranquilla e senza sogni per chi ha già indovinato il proprio oggetto, mentre per l'unico che ha sbagliato non è stato facile chiudere occhio a causa delle nuove immagini che gli sono apparse. La mattina, quindi, tutti scherzano allegramente e prendono per i fondelli l'unico che ancora si scervella per venire a capo della soluzione. Dopo averci descritto il nuovo sogno riusciamo finalmente a capire tutto e la sera andiamo a dormire tutti soddisfatti.
Il mercoledì e il giovedì li passiamo a interpretare i nuovi sogni e a scoprire in che luogo si trovavano i vari sospettati. Il venerdì, durante una seduta comune per l'interpretazione dei sogni, uno dei sensitivi, scoraggiato e stanco, se ne esce con ''Ma questo fantasma, invece di riempirci di questi sogni strani e inconcludenti, perché non ci invia un' immagine di qualche bella ragazza in bikini?!'' Al che Hoplomus risponde ''Altrimenti dovremmo cambiare le lenzuola ogni giorno!'' Nell'ilarità generale riusciamo a scoprire finalmente i personaggi a noi associati, non ci resta che scoprire chi, tra questi, è l'assassino. Abbiamo ancora il sabato e la domenica a disposizione.

 La notte abbiamo un unico sogno comune, in cui ci vengono assegnate tre immagini, una riguarda l'oggetto, una il luogo e una il personaggio. Le nostre menti lavorano, mentre siamo circondati da un olezzo quasi tangibile. Il sudore cola dalla nostra fronte bagnando i fogli su cui avevamo fatto qualche disegno. Jaahn, il maniaco dei materiali, ci sgrida, rimproverandoci per la nostra disattenzione.

Alla fine puntiamo tutti sul mago, certi che le nostre elucubrazioni abbiano fatto centro.
Completamente fuori strada! Il fantasma è ancora qui, arrabbiato per la nostra incapacità. Ci resta un solo giorno, la domenica. O indoviniamo o finisce male. Trascorriamo tutta la giornata a pensare, durante il pranzo, tra un boccone e l'altro, si avanzano ipotesi. Arriva la sera, la luna è alta nel cielo stellato. Abbiamo ormai perso le speranze quando ad un tratto da fuori una finestra sentiamo provenire delle urla. Ci affacciamo e vediamo che uno dei sensitivi è piegato sulle ginocchia, dietro un cespuglio. Ha un'espressione di grande sforzo sul viso mentre ci dice che ha avuto una delle sue intuizioni geniali. Ci dà il nome dell'assassino e noi lo comunichiamo al fantasma. L'attesa è estenuante, aspettiamo un segno. L'unica cosa che riceviamo è un filo di vento che passa su di noi e se ne sale verso l'alto.
Ci abbracciamo, mescolando i nostri odori e il nostro sollievo. Siamo pronti per tornare a casa ma prima dobbiamo passare dal nuovo proprietario.
Gli affari sono affari e il nostro lavoro va pagato.






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